Ho ripreso le mie camminate post Natale perché non sono capace di stare a casa tutto il giorno. Essendo in ferie, mi godo il lusso di potermi spostare un po’ di più per scoprire le meraviglie che ho nelle vicinanze e respirare un po’ di ossigeno buono in mezzo alla natura.
Forse, però, oggi non era il giorno migliore. C’era sì il sole, ma il bosco era ancora pieno di fango dato che il 24 e il 25 dicembre ha piovuto molto qui in zona… ma questo non ha comunque fermato la mia voglia di stare all’aria aperta.
Così ho deciso: vado a visitare la Zoca dei Pirutit a Meda. Nonostante io frequenti Meda dal 2012, prima come studentessa, poi con la compagnia di amici, molte parti del paese non le ho ancora visitate e la parte naturalistica mi manca proprio.

Ho parcheggiato in Via delle Betulle – qui si possono lasciare poche macchine ed é un parcheggio sterrato – e sono entrata subito nel sentiero.
Ho iniziato così uno dei tanti percorsi all’interno del Parco delle Groane e della Brughiera Briantea. Da questo parco ci sono tanti percorsi percorribili, tutti ben segnalati dai cartelli CAI e da altri cartelli presenti in ogni angolo percorribile. Per chi non lo sapesse, da Meda parte anche un percorso pedonale che arriva fino al Lago di Montorfano e passa proprio da questo tratto. Ideale per chi vuole iniziare a fare dei cammini senza però strafare da subito, potrebbe essere un ottimo inizio.


Ma adesso vediamo un po’ la storia della Zoca.
La storia ha inizio in un tempo lontano, quando le campagne di Meda erano abitate da contadini e artigiani, e la vita scorreva al ritmo delle stagioni. Si narra che in un angolo nascosto della natura, vicino a un ruscello scintillante, viveva una zoca, un’anatra dai colori vivaci e dal canto melodioso. Questa non era un’anatra qualsiasi; era la Zoca dei Pirutit, una creatura che portava fortuna a chiunque avesse avuto la fortuna di incontrarla.
La Zoca dei Pirutit era venerata dagli abitanti del villaggio, che credevano avesse poteri speciali. Ogni anno, durante la primavera, si celebrava una festa in suo onore. I bambini del paese si radunavano attorno al ruscello, danzando e cantando, mentre gli adulti preparavano dolci e piatti tipici per festeggiare la benedizione della Zoca.
Si dice che chi avesse nutrito la zoca con del pane fresco, avesse ricevuto in cambio un anno di prosperità e salute. Tuttavia, c’era una regola fondamentale: mai disturbare il suo nido. La zoca era molto protettiva nei confronti delle sue uova, e chi avesse osato avvicinarsi troppo avrebbe dovuto affrontare la sua ira.


Un giorno, un giovane contadino di nome Marco, attratto dalla leggenda, decise di cercare la Zoca dei Pirutit. Armato di coraggio e una pagnotta di pane, si addentrò nel bosco. Dopo ore di cammino, finalmente la vide: i suoi colori brillavano sotto il sole, e il suo canto era un’armonia che risuonava tra gli alberi.
Marco, incantato, si avvicinò con cautela, ma la sua curiosità lo portò a scoprire il nido. Purtroppo, fece rumore, e la zoca, allarmata, si avventò su di lui, costringendolo a fuggire. Tornato al villaggio, si sentì triste e deluso, ma imparò una lezione importante: la magia va rispettata.

Vicino alla Zoca dei Pirutit si può vedere anche un luogo abbandonato, ideale per chi volesse fare urbex.


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