Il mio mantra ha sempre ragione: quando voglio svagarmi vado a camminare in provincia di Como.
Questa volta é stata la volta di Inverigo, poco dopo il confine che divide la provincia di Monza con quella di Como. Avendo lavorato in questo paese per un periodo della mia vita, mi fa sempre piacere tornare a vedere quei luoghi che hanno fatto da sfondo alle mie giornate.
Cosa consiglio di vedere in questo paese di poco più di 9 mila abitanti? Ecco il mio itinerario preferito!
La Chiesa di Sant’Ambrogio. La storia della chiesa affonda le radici nel Medioevo: una prima “capella” è documentata già nel 1398. Tuttavia, l’edificio attuale ha origini più recenti. Venne infatti ricostruito tra il 1665 e il 1681, per poi essere radicalmente rinnovato nei primi anni ’30 del Novecento su progetto dell’architetto Paolo Mezzanotte, noto anche per aver firmato il Palazzo della Borsa di Milano. Il risultato? Un perfetto equilibrio tra antico e moderno, che rende questa chiesa un esempio affascinante di stratificazione architettonica. Già all’arrivo, la chiesa colpisce per la sua elegante facciata a due ordini, scandita da colonne e lesene. A renderla ancora più suggestiva, il portico d’ingresso con quattro colonne in granito rosa di Baveno: un dettaglio curioso, perché queste colonne provengono da una chiesa demolita a Milano e furono reimpiegate qui, creando un ponte simbolico tra città e provincia, tra storia e rinascita. Il campanile, affiancato alla chiesa, si alza in modo sobrio ma armonioso, completando la vista d’insieme che domina con discrezione la piazza. Varcando la soglia, si entra in un ambiente a tre navate, semplice ma ricco di dettagli. Gli stucchi seicenteschi decorano le pareti con eleganza, e ogni altare laterale racconta un pezzo di devozione popolare e di bellezza artistica.

Tra le dolci colline brianzole, Inverigo custodisce uno dei suoi gioielli più suggestivi e meno noti: il Viale dei Cipressi, una lunga “strada d’arbusti” che collega simbolicamente luoghi sacri, dimore signorili e scorci panoramici. Più che un semplice sentiero, è un percorso visivo e spirituale, pensato per stupire chi lo percorre. Il viale nacque per volere della famiglia Crivelli nel Seicento, con l’intento di realizzare una connessione scenografica (in prospettiva “a cannocchiale”) fra vari punti cardine del territorio: Villa Crivelli (o “Castello di Inverigo”), il Santuario di Santa Maria della Noce, l’oratorio di Sant’Andrea al Navello e la statua del “Gigante” (una statua di Ercole posta sulla collina). Il tratto originale, commissionato nel settembre del 1664 da Giovan Battista Crivelli, aveva lo scopo – nelle sue parole – di “favorire il collegamento tra il borgo di Inverigo e il Santuario […] con una via più breve per arrivare alla fonte di salvezza”. Una lapide murata all’inizio del viale ne ricorda ancora oggi l’istituzione.



Una volta finito il Viale dei Cipressi, mi sono ritrovata davanti al Castello Crivelli che, purtroppo, non é visitabile. Ora é tutto transennato e presenta segni di degrato, come la zona circostante, ed é un vero peccato perché é al centro di un bel percorso pedonale che attira molti turisti camminatori ogni fine settimana. Le sue origini risalgono al 1026 come borgo fortificato, per trasformarsi nei secoli in raffinata villa nobiliare ad opera della famiglia Crivelli. Il complesso custodisce tracce medievali, affreschi rinascimentali, un elegante portico neoclassico e un imponente viale di cipressi che ne accentua la scenografia. Nonostante lo stato di conservazione complesso, resta uno dei riferimenti storici e paesaggistici più suggestivi della zona.










Camminando intorno al castello, ci si può fermare a vedere il panorama sulla valle del Lambro. Momento sicuramente suggestivo perché il paesaggio é davvero bello!

Il Santuario di Santa Maria della Noce. Il santuario nasce da una tradizione locale, secondo la quale nel 1501 la Vergine Maria apparve ad alcuni bambini sperduti nella boscaglia, sopra un albero di noce, offrendo loro soccorso. In segno di ringraziamento, nel 1519 fu avviata la costruzione di una piccola cappella in pietra in quel luogo. Nel corso del Cinquecento e Seicento, grazie anche all’intervento del Carlo Borromeo e della nobile famiglia Crivelli, il luogo di culto fu ampliato e trasformato nel santuario che oggi si vede.


La Chiesetta rossa di Pomelasca. La chiesetta si trova nella frazione di Pomelasca. È inserita nella storica tenuta della famiglia Sormani, un contesto collinare, tranquillo, con boschi, viali, campi coltivati e residenze nobiliari che regalano un’atmosfera fuori dal tempo. Da una salita dolce tra prati e sterrate si arriva al luogo: la chiesetta, isolata ma visibile all’orizzonte, spicca grazie al suo colore e alla posizione panoramica. La cappella è stata edificata nel 1952, su progetto dell’architetto milanese Ambrogio Annoni, in stile che richiama il romanico lombardo. È costruita in cotto lombardo, mattoni rossi tipici della tradizione costruttiva della zona, da cui deriva il soprannome “chiesetta rossa”.


Villa Sormani si trova su una dolce collinetta nella frazione di Pomelasca, sul confine tra i comuni di Inverigo, Lurago d’Erba e Lambrugo — un luogo che riesce a coniugare tranquillità rurale, architettura signorile e paesaggio della media Brianza. L’area era già proprietà della famiglia Ciocca nel XVI secolo. Nel 1786 entrò in possesso della famiglia Sormani tramite dote — da allora la tenuta rimase loro proprietà. Il complesso comprendeva non solo la residenza nobiliare, ma anche ampi rustici, scuderie, cascine agricole — testimonianza di un modello “villa di delizie” che convivente con l’azienda agricola.



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