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Parco Naturale Regionale Bosco delle Querce | Seveso | MB

A Seveso, in Brianza, c’è un parco con una storia che deve essere raccontata. Forse i più giovani non la conoscono, ma la generazione dei miei genitori se la ricorda bene perché ha vissuto appieno l’evento che caratterizza la nascita di questo parco, essendo una fascia d’età in piena adolescenza. Sto parlando del Parco Naturale…

A Seveso, in Brianza, c’è un parco con una storia che deve essere raccontata. Forse i più giovani non la conoscono, ma la generazione dei miei genitori se la ricorda bene perché ha vissuto appieno l’evento che caratterizza la nascita di questo parco, essendo una fascia d’età in piena adolescenza.

Sto parlando del Parco Naturale Regionale Bosco delle Querce di Seveso, sul confine con Meda. Il parco nasce con uno scopo preciso: ridare alla città di Seveso un po’ di pace dopo il tragico incidente del 10 luglio del 1976.

Vediamo cos’è successo. A novembre del 1945 l ‘ICMESA (Industrie Chimiche Meridionale S.A.) presenta al Corpo del Genio Civile di Milano domanda per costruire un nuovo stabilimento volto alla produzione farmaceutica nel comune di Meda. Nonostante non fosse nuova nella produzione, l’ICMESA ha cominciato subito a dare problemi nella zona perché i cittadini si lamentavano degli odori provenienti dall’azienda e quest’ultima scaricava spesso le sue acque nel fiume adiacente. Nel 1953 c’è stata un’intossicazione di pecore che si sono abbeverate dal fiume vicino all’ICMESA.

Il 10 luglio del 1976, il colpo definitivo. All’ICMESA c’è un incidente interno e la diossina viene accidentalmente dispersa. La nube tossica tocca anche i comuni confinanti. Cesano Maderno, Meda e Desio sono all’erta insieme ai sevesini. Molti animali come cani, polli e uccelli sono morti subito, mentre non si sono registrate morti di persone nell’immediato; si é diffusa però la cloracne – una grave malattia della pelle causata proprio dalla diossina.

Negli anni si sono riscontrati numerosi problemi di salute, tra cui l’aumento del rischio dei tumori e problemi riproduttivi. Alcune zone sono state evacuate per anni.

Le zone intorno all’ICMESA sono state poi classificate come A, B ed R, in base al livello di contaminazione. La zona A, la più inquinata, è stata completamente evacuata e demolita. Da quel momento, Seveso ha dato l’idea di revisionare le normative vigenti sulla sicurezza industriale e tutta Europa ha adottato la Direttiva Seveso, che stabilisce norme per prevenire incidenti industriali gravi e proteggere la popolazione e l’ambiente.

In questa zona è sorto poi il Bosco delle Querce, progettato e costruito dal 1980 e il 1994. Il progetto è stato pensato da esperti ambientali e agronomi, che hanno dato l’idea di piantare anche 60.000 alberi, in gran parte querce, per creare un ecosistema stabile che potesse resistere nel tempo.

Adesso il parco ha delle caratteristiche ben precise:

  • é un’area protetta non edificabile;
  • ci sono sentieri e piste ciclabili per passeggiate nella natura;
  • ha un centro visite e un percorso didattico;
  • é gestito con attenzione per conservare un equilibrio ecologico.

Il Bosco delle Querce non è solo un parco:

  • È un luogo della memoria, che ricorda una tragedia ambientale ma anche una rinascita.
  • È un laboratorio di educazione ambientale: molte scuole visitano il parco per capire cosa significa inquinamento, bonifica, resilienza ecologica.
  • È un esempio di come un territorio ferito può rinascere, se gestito con responsabilità e lungimiranza.

Nel parco non ci sono costruzioni, né si può scavare: sotto ci sono le vasche di contenimento dei rifiuti tossici, sigillate con teli impermeabili, argilla e cemento, e monitorate costantemente.

Il Bosco è entrato anche nella letteratura, nella fotografia e nei documentari sull’ambiente.


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