,

Camminando per Seregno | MB

Io me lo ricordo il periodo adolescenza, anche se ormai sono passati un paio di anni. La compagnia si trovava in stazione a Seregno dopo scuola, il sabato, perché potevamo permetterci di non fare i compiti per un pomeriggio. Si andava al mercato, a prendere rigorosamente le patatine fritte perché come le facevano lì nessuno…

Io me lo ricordo il periodo adolescenza, anche se ormai sono passati un paio di anni. La compagnia si trovava in stazione a Seregno dopo scuola, il sabato, perché potevamo permetterci di non fare i compiti per un pomeriggio. Si andava al mercato, a prendere rigorosamente le patatine fritte perché come le facevano lì nessuno mai – spoiler: non erano le patatine ad essere le più buone del mondo, era la voglia di stare insieme che le rendeva ancora più buone.

Poi incominciavano le vasche in centro, in qualsiasi periodo dell’anno, in qualsiasi occasione. Carnevale? Ci vestivamo e andavamo in centro a Seregno. Halloween? Uguale. Un gelato? Ci troviamo in stazione e dopo andiamo a prenderlo. Ed è stato così per tanti anni. Poi siamo cresciuti, abbiamo fatto la patente e abbiamo cominciato ad andare al cinema a Lissone. Con gli anni, però, ci siamo persi. Con alcuni di loro sono ancora in contatto, usciamo ma non facciamo più i giri in centro a Seregno, posto che per tanti anni abbiamo sentito come casa, dove ci siamo sentiti liberi di uscire, camminare ed essere spensierati.

Ho deciso di ripercorrere tutti i posti del cuore di Seregno, come se non fossi un’adulta ma come se fossi tornata indietro a quando avevo sedici anni.

Questa volta sono andata in macchina e ho parcheggiato in Piazza Linate 8 ottobre 2001, denominata anche Piazza del mercato perché il sabato mattina c’è il mercato comunale. La piazza è dedicata alle vittime della strage aerea dell’8 ottobre 2001, avvenuta a Linate. Inizialmente, data la vicinanza temporale con l’attentato alle Torri Gemelle e la guerra in Afghanistan, si pensava fosse un ulteriore attacco terroristico, invece é stato un errore tecnico per via della segnaletica non a norma.

Un altro punto importante della mia adolescenza è la stazione di Seregno, specialmente i binari 3 e 4 perché erano i binari dove scendevo e salivo sul treno che mi avrebbe riportato a casa.

Sono passata poi in Piazza XXV Aprile, davanti alla stazione, dove c’è la fermata dei pullman dove mi trovavo con la compagnia. Piazza intitolata ad una giornata storica per l’Italia: il 25 aprile 1945 molte città del nord Italia si sono liberate dal fascismo.

Sono entrata nel Corso del Popolo, corso principale della città di Seregno. Qui troviamo la vita della cittadina brianzola: i negozi principali e i bar storici.

Sono passata da Piazza Italia, dove si può trovare la statua di Re Umberto I.

Un monumento importante di Seregno è sicuramente la Basilica Pontificia Minore, Collegiata, Preposturale di San Giuseppe, in Piazza Concordia. Viene considerata la chiesa principale di Seregno. Appena ci si avvicina, si è accolti da un’architettura sobria ma elegante. La facciata è in stile neoclassico, con colonne slanciate che sembrano voler sollevare lo sguardo verso il cielo. Ma è entrando che si compie il vero incanto. All’interno, la basilica è un tripudio di arte e spiritualità. Le volte affrescate, la luce che filtra dai finestroni, l’altare centrale imponente… tutto trasmette una sensazione di pace. Non è solo un edificio religioso: è un luogo dove ci si può fermare, respirare profondamente e ritrovare un senso di raccoglimento, anche per chi non è credente. La basilica è dedicata a San Giuseppe, patrono della città, e custodisce al suo interno opere d’arte sacra di grande pregio. Ogni dettaglio – dalle cappelle laterali alla cupola – racconta una storia fatta di devozione, arte e tradizione brianzola. È impossibile non restare colpiti dal contrasto tra l’esterno austero e l’interno ricco, quasi barocco, ma sempre misurato.

Proprio accanto alla maestosa Basilica di San Giuseppe, in Piazza Concordia, si trova questo splendido edificio che oggi ospita eventi, incontri culturali e mostre. Ma un tempo era la dimora signorile di una delle famiglie nobili più importanti della zona: i Landriani Caponaghi. Risalente al XVII-XVIII secolo, Palazzo Landriani Caponaghi è un perfetto esempio di architettura lombarda nobiliare. Non è ostentatamente sfarzoso, ma possiede una grazia discreta e un’eleganza d’altri tempi. La sua facciata sobria non lascia intuire del tutto la raffinatezza degli spazi interni, ma basta varcare il portone per cambiare completamente atmosfera. Il cortile interno è una piccola oasi nel cuore della città: portici con archi, colonne in pietra, affreschi nascosti che raccontano il gusto dell’epoca. È uno di quei posti perfetti per prendersi una pausa durante una passeggiata in centro, magari dopo un caffè o una visita al mercato settimanale. Oggi il palazzo è sede di eventi culturali, incontri pubblici e mostre d’arte. È conosciuto anche come Palazzo Concordia, dal nome della piazza in cui si affaccia. Durante l’anno ospita iniziative del Comune, concerti, conferenze e momenti dedicati alla cittadinanza. Insomma, non è solo un edificio storico, ma un luogo vivo, dove passato e presente dialogano costantemente.

Situata a due passi dalla stazione e non lontana dal centro storico, Piazza Martiri della Libertà è uno di quei luoghi che raccontano la storia e l’identità di una comunità. Il nome stesso – dedicato ai Martiri della Libertà – è un omaggio profondo e sentito a chi ha lottato per la democrazia e la giustizia durante i momenti più difficili del nostro passato, in particolare durante la Resistenza. La piazza è ampia, ariosa, circondata da edifici che mescolano architettura moderna e palazzi storici. Ma quello che colpisce è la sensazione di spazio vissuto: ci trovi persone che leggono il giornale sedute su una panchina, studenti che aspettano il treno, bambini che giocano vicino alla fontana, ciclisti che si fermano per un caffè veloce. È una piazza vera, non costruita per i turisti, ma per chi la città la vive ogni giorno. Al centro o in prossimità della piazza si trova spesso un monumento commemorativo, a ricordare i cittadini che hanno perso la vita per la libertà. Non è un dettaglio decorativo: è un simbolo che ancora oggi viene onorato in occasione delle celebrazioni civili, come il 25 aprile o il 4 novembre, con cerimonie e momenti di raccoglimento che coinvolgono tutta la comunità.

Situata in pieno centro, a pochi passi da Corso del Popolo e dai principali punti di interesse, Piazza Vittorio Veneto è uno spazio urbano che mescola eleganza, storia e vita di tutti i giorni. Non è una piazza monumentale, ma una di quelle che si scoprono piano piano – e che ti fanno venire voglia di restare un po’ più del previsto. Non troverai folle turistiche o caos da metropoli: Piazza Vittorio Veneto è uno spazio urbano “vero”, frequentato dai seregnesi. Alcune panchine ben posizionate, qualche albero che regala ombra, e soprattutto una atmosfera rilassata, quasi contemplativa. Perfetta per una pausa, una telefonata, o semplicemente per osservare la città che si muove lentamente. Il nome della piazza – Vittorio Veneto – è un omaggio alla celebre battaglia che nel 1918 segnò la fine della Prima Guerra Mondiale e la vittoria italiana. Come tante piazze italiane con lo stesso nome, anche questa è un piccolo memoriale civile, che ci ricorda le radici della nostra storia nazionale.

La Pasticceria Bak non ha fatto parte della mia adolescenza perché ha aperto qualche anno fa, ma ci sono andata spesso e le brioches ripiene sono favolose!

Se, invece, si ha voglia di un gelato consiglio vivamente L’albero dei gelati. C’è sempre la fila perché è davvero buono e ci sono diverse opzioni vegane, senza lattosio e senza glutine. In estate ci vado spesso!

Dimentica navate gotiche e facciate barocche: la Chiesa di Santa Valeria è una chiesa del nostro tempo. Il suo profilo è geometrico, essenziale, e al primo sguardo fa pensare più a un’opera d’arte contemporanea che a un luogo di culto tradizionale. Linee pulite, materiali moderni (cemento, vetro, metallo), volumi asimmetrici… Eppure, tutto è studiato per creare spiritualità attraverso la forma. Appena si entra, si percepisce subito una forte energia simbolica. La luce naturale filtra da tagli architettonici ben studiati, creando un gioco di chiaroscuri che invita al raccoglimento. Non c’è nulla di superfluo: ogni elemento parla con forza e sobrietà. All’interno, l’atmosfera è quasi mistica. La semplicità delle pareti è interrotta solo da pochi elementi artistici forti: un crocefisso contemporaneo, vetrate astratte che raccontano la vita della Santa, e un altare centrale che sembra emergere direttamente dallo spazio. La chiesa è dedicata a Santa Valeria, martire cristiana le cui reliquie sono custodite proprio qui. È un luogo molto amato dalla comunità, che lo vive non solo come edificio, ma come centro di spiritualità, socialità e cultura.

La Biblioteca civica “Ettore Pozzoli” é situata a due passi dal centro storico e facilmente raggiungibile anche a piedi dalla stazione, è ospitata in un edificio moderno, accogliente, pensato per essere più di un semplice spazio per studiare o leggere. È un vero e proprio polo culturale cittadino, vivo, aperto, in dialogo continuo con la città. La biblioteca è intitolata a Ettore Pozzoli, celebre musicista, compositore e didatta nato proprio a Seregno nel 1873. Se hai mai studiato pianoforte, il suo nome ti suonerà familiare: i suoi esercizi sono ancora oggi fondamentali per chi si avvicina alla musica classica. Dedicargli la biblioteca è un omaggio bellissimo al legame tra cultura e musica che caratterizza la città.

Dalla una porta della biblioteca si può uscire per raggiungere il giardino esterno, intitolato a Giulio Regeni, ricercatore torturato e morto nel 2016 in Egitto. Un atto di riconoscenza verso un nostro connazionale, ricordandoci che é sempre fondamentale combattere per i diritti. Il Giardino Giulio Regeni è stato pensato per incontri culturali, per studiare all’aperto e come punto di ritrovo per gli studenti, in cui confrontarsi e ricordare.

In stazione é presente anche un’installazione artistica molto interessante: la Freccia Azzurra. Apparentemente un semplice murales, l’artista Cristian Sonda ha raccontato i 100 anni di Gianni Rodari. Per ricordare il celebre scrittore per bambini. Inizialmente il progetto doveva comprendere anche i tre plessi scolastici presenti nel territorio, ma – dato che il centenario cadeva nel 2020 e c’è stata la pandemia – Sonda si è fatto aiutare dal suo assistente Alberto Farru.

Un punto fondamentale di Seregno che ha segnato la fine della mia adolescenza è stata Piazza Monsignor Biella: quando ho saltato per la prima volta la scuola ho passato qui la mattinata aspettando aprissero le prevendite per il concerto dei Queen a Bologna nel 2017.

Il SuperDisco è stato il mio posto del cuore dai 14 ai 20 anni: qui ho sempre comprato biglietti dei concerti, dischi e vinili. È stato il mio punto di riferimento musicale!

[l’articolo verrà aggiornato prossimamente]


Scopri di più da Appunti Semplici

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento