Utilizzare i giochi in scatola a scuola: è fattibile o troppo utopistico?

Da cinque anni lavoro a scuola e, come si sente spesso anche in televisione, una delle tante problematiche é l’utilizzo del cellulare durante le lezioni. Nelle scuole in cui lavoro – e in cui ho lavorato gli anni scorsi – ci sono diverse correnti di pensiero, che cambiano anche di classe in classe. Alcune volte…

Da cinque anni lavoro a scuola e, come si sente spesso anche in televisione, una delle tante problematiche é l’utilizzo del cellulare durante le lezioni. Nelle scuole in cui lavoro – e in cui ho lavorato gli anni scorsi – ci sono diverse correnti di pensiero, che cambiano anche di classe in classe. Alcune volte il cellulare viene ritirato alla prima ora, messo in una scatola e portato in presidenza dove viene nascosta in un armadio lucchettato dal personale ATA, altre volte si lasciano i cellulari sulla cattedra oppure si inseriscono in una specie di calendario dell’avvento dove ogni alunno inserisce il proprio cellulare nella sacchetta con il numero di registro corrispondente e lo ritira a fine giornata.

Il problema maggiore é quando il cellulare viene lasciato agli studenti e ci sono le ore buche. Molti professori, in buona fede, lasciano libero arbitrio ai ragazzi: vuoi ripassare? Ripassa. Devi fare i compiti? Prego. Basta che non fai rumore e che non mi disturbi mentre io mi faccio i fatti miei.

È qui che mi si è accesa la lampadina: e se la scuola avesse a disposizione dei giochi in scatola da far utilizzare ai ragazzi durante le ore buche? I giochi sono uno spunto per creare socializzazione tra i ragazzi, fare gruppo, interscambiarsi idee, opinioni e strategie. Se si comprassero giochi mirati per fascia d’età e per argomento, tanto al giorno d’oggi spaziano molto, sarebbe possibile creare un momento ludico ricreativo sfruttando ore in cui gli studenti non avrebbero fatto lezione.

In quella fascia oraria l’uso del cellulare ridurrebbe, ma potrebbero aumentare diversi fattori importanti per il gruppo classe:

  • I ragazzi imparerebbero a conoscersi meglio;
  • Dividendo i soliti gruppi e creandone altri, si creerebbero nuove dinamiche all’interno della classe che potrebbero tornare utili;
  • Si affinerebbe la mente dei ragazzi: al posto di fare dei giochi ripetitivi sul cellulare, si potrebbero concentrare sul risolvere enigmi, indovinelli o ragionerebbero su qualsiasi gioco proposto.

Negli ultimi due anni ho provato a fare quest’esperienza con i ragazzi delle scuole superiori, in accordo con i professori che entravano in classe a supplire il collega assente. Chi ha permesso di giocare, ha lasciato che la classe passasse un’ora diversa dal solito. I ragazzi si sono divertiti e hanno accantonato il telefono per un momento.

Io di solito utilizzo delle classiche carte, oppure quelle da UNO o qualche gioco della Ludic. Quest’anno mi piacerebbe provare con altri giochi, magari delle escape room.

Potrebbe essere davvero possibile creare uno spazio gioco a scuola o sarebbe davvero utopistico?

[la foto di copertina dell’articolo è stata presa da Internet, chiunque la riconoscesse e volesse riconoscerne i diritti, mi scriva e lo specifico!]


Scopri di più da Appunti Semplici

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento